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Presentazione e benedizione durante l’Ottobre blu. Realizzazione di ALDRIGHETTI-PARRINO   La bandiera e l’emblema della marineria chioggiott...

Presentazione e benedizione durante l’Ottobre blu. Realizzazione di ALDRIGHETTI-PARRINO

 

La bandiera e l’emblema della marineria chioggiotta

Nell’ambito delle manifestazioni indette per “Ottobre blu 2013”, si è svolta domenica 20 ottobre la cerimonia di presentazione dell’emblema e della bandiera della marineria di Chioggia, con la benedizione impartita dal vicario generale mons. Francesco Zenna, al termine della Liturgia Eucaristica, in suffragio dei lavoratori del mare, al Porto-Saloni. A tal riguardo osserviamo che nelle nostre città e contrade, gli stemmi ci osservano, testimoni muti ma pregni di valori, di simboli e di significati. Viviamo, di conseguenza, immersi e circondati da simboli araldici, anche se sovente, assillati dalla fretta del vivere quotidiano, non li osserviamo e di conseguenza non apprezziamo e comprendiamo i valori ed i significati che essi promanano. D’altro canto è sorprendente constatare come in Italia – nazione di eminenti tradizioni culturali – la scienza araldica,

sia stata sempre, salvo sporadiche e lodevoli eccezioni, considerata superficialmente come una delle tante vanità dell’orgoglio umano, relegandola, quale esclusivo appannaggio, al mondo gentilizio ed a quello feudale-cavalleresco. Il vessillo scelto dall’ASPO – Azienda Speciale del porto di Chioggia – con il drappo partito di bianco e di rosso – colori ufficiali della città di Chioggia

– carica nel canton destro del capo, in prossimità dell’asta, il leone rampante clodiense di rosso,

mentre nella partitura l’ancora di due uncini, d’oro – simbolo della portualità – e in decusse, in banda, il “bailon” al naturale, grande pala a sacco che i sottomarinanti usavano per raccogliere la sabbia e la ghiaia dal fondo dei fiumi – simbolo dei sabbionanti – e in sbarra, il tridente al naturale, simbolo della pesca. Infine, il drappo termina con sei code, nel ricordo dei sestieri medievali della città di Chioggia che erano, per l’appunto: Santa Maria, San Giacomo, Palazzo, San Nicolò, Sant’Andrea e Vigo. Come si evince, leoni rampanti, leoni alati, leoni passanti, leoni nascenti…: campeggia sempre e ovunque il leone, simbolo della nostra venezianità, ricco di storia e di mistero, a volte contestato a volte adorato, ma sempre un simbolo in grado di rappresentare nei secoli un’intera comunità, che troviamo scolpito sulla pietra o dipinto sulle facciate dei palazzi o sulle tele, uno stemma per riscoprire le proprie radici. Vogliamo così sperare che l’odierna società senta il bisogno di rinvigorire l’amore e l’interesse per questa affascinante, dotta scienza ausiliaria della storia, poiché nelle figure araldiche che vengono caricate nel vessillo c’è qualcosa di più di una semplice convenzione; è storia di archetipi, di significati condensati nel nostro passato e sommersi che avrebbero soltanto bisogno di essere tirati su e riportati a riva…La blasonatura e l’esegesi sono dell’araldista Giorgio Aldrighetti di Chioggia (Venezia), mentre l’altro collega, Enzo Parrino di Monterotondo (Roma), ha curato l’ideazione, con le perfette miniature dell’emblema e della bandiera. (L. B.)

Nelle foto: in alto, la bandiera della marineria di Chioggia; miniatura di Enzo Parrino, Monterotondo (Roma); in basso la benedizione di mons. Zenna.

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